Cento anni per le nostre vite tanto schiacciate sul presente possono sembrare (e per certi versi sono) l’altra sponda di un vastissimo canyon che è il Novecento, quel secolo che fu breve, salvo poi di essere riaperto con qualche colpo di coda di estrema attualità. Cento anni hanno diviso noi (il popolo dei social e dei viaggi low-cost, del consumo poco consapevole che improvvisamente si scontra con un’urgenza ambientale fatta tacere finché si credeva possibile, noi che ci muoviamo tentoni e ancora sbigottiti sullo sfondo di questo nuovo conflitto europeo) da un popolo italiano che sacrificava i propri figli nella Grande guerra e poi faceva i conti con il difficile periodo di pace e povertà che ne sarebbe seguito.